248 Metafore per occhi

Occhi soavi, amabil sorriso....

Occhi miei tristi, che tante volte e tante vedeste dalle bande onoratissime del signor Giovannino i Tedeschi assaliti e dispersi, perchè mai vi ostinate a rimanere aperti per contemplare una fuga infame senza pure essere affrontati?

Non s'era mai trovata sola col giovane, al quale sapeva di piacere, e se ne sentiva intimorita, perchè gli occhi di lui non l'abbandonavano mai.

e qual io allor vidi ne li occhi santi amor, qui l’abbandono:

Se invece è lei, che deve abbassar gli occhi, questi si fanno piccini, da superbi sembrano farsi vergognosi;

chiese l'esquimese, i cui occhi si erano subito accesi d'ardente bramosìa.

Ebbe la fallace sensazione che tutti gli occhi del popolo basso se ne fossero accorti.

Aprii gli occhi e vidi l'aeroplano proprio sopra di noi.

ELENA che sta seduta discosta, tutta aggruppata, con un gomito sul ginocchio e il pugno sotto il mento, gli occhi assorti, aguzzi nel vuoto:

rispondo, senza allontanar gli occhi da quel punto, con una voce gioiosa e entusiastica:

Egli veniva però ogni mattina a prender la Gilda, che si appendeva al suo braccio, e sebbene dovesse alzar molto gli occhi per fissarlo in viso e stentasse alquanto a mettere i suoi passi al pari con quelli di lui, era superba di un così maestoso cavaliere.

Cominciò Continenza il terzo canto, quando l'onesta Parcitá si tacque; e prima gli occhi alzò al cielo alquanto, dicendo:

Io vidi altre volte due supplici Cari occhi guardarmi così: Quegli occhi per sempre si chiusero, Con essi un amore nel vuoto sparì.

la vita che, quando errate su terre poste al di dell'Oceano, v'annuvola l'occhio di lagrime se v'abbattete subitamente in una lapide sulla quale sia scritto un nome italiano.

per che, di grazia in grazia, Dio li aperse l’occhio a la nostra redenzion futura;

mosse prima un braccio, poi l'altro, aperse a stento gli occhi, li girò un istante languidamente, e li richiuse di nuovo, trasse un lungo sospiro, fece insomma quanto bastava per rassicurare ognuno sul conto suo.

Mi sembrava di ricominciare a ogni istante una vita novella, di rinascere giorno per giorno con la invincibile curiosità di scoprire il mistero della esistenza che mi si preparava dall'istante in cui aprivo gli occhi stanchi alla luce alta del sole, fino alla tarda ora notturna che me li avrebbe richiusi nella spossatezza del sonno.

Si alzò, si asciugò gli occhi colla palma della mano così forte da schiacciarsi quasi le pupille, e ritornò al suo posto come gli altri giorni, al suo banco, a scrivere, a far conti, a lavorare.

ma gli occhi suoi, ordinariamente atoni e smorti, brillavano;

Passando e ripassando dinanzi al Dazio, i suoi occhi erano attratti dall'orologio i cui indici parevano immobili;

Io non cerco altro da lei in ricompensa del singular amar che le porto, che sia favorito da lei dirglielo con la bocca e con le mie orecchie sentir le sue parole e pascer per quel breve momento gli occhi miei avidi e affamati, in cosí lungo digiuno, della sua vista;

però tanto non seppe infingersi, che gli occhi acuti di un bargello non distinguessero sotto le vesti della recente monaca l'avvelenatrice antica;

Appena l'occhio si fu avvezzo a quella penombra mi accorsi che non ero solo.

Gli occhi di Cesare Gonzaga, azzurri nella pupilla, biancheggiavano vivaci nel globo, con riflessi e luccicori di madreperla.

Gli occhi erano d'un azzurro vitreo, le labbra tumide, i denti bianchissimi, il profilo netto e puro, quasi ellenico.

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