17 Metafore per spazio

Lo spazio è un abisso:

Fulvio con lui ne la stagion rea S'aggiunse pronto nei perigli illustri, Nobile cavalier, ch'allor correa Lo spazio giovenil di sette lustri; Leggier sul piè, forte di man spargea Di rose ambe le guancie e di ligustri, E di lucido pel, vago ornamento, Quasi di nube d'or, fasciava il mento.

Divora lo spazio interposto, e sull'orloforzabravo, è al di , piantato sul piede destro, col sinistro in aria e le braccia alzate.

e lo spazio compreso tra l'XI ed il XVI secolo, fu per essi l'epoca più luminosa della scienza e della letteratura.

La fiamma divoratrice si estese con rapido corso da uno in altro luogo, e tale spazio guadagnò, e tale acquistò irreparabile forza, che per sette giorni ogni opera fu vana per estinguerla.

sapeva per anche che tutti i tempi, e tutti i luoghi, e tutti gli spazi esistenti e immaginari sono idee relative a quei pochi corpi che noi conosciamo, paragonati gli uni con gli altri, ma che nell'universo preso tutto insieme non v'è tempo, luogo, spazio, ma v'è l'infinito, che l'uomo è stato fatalmente condannato a riconoscere senza comprendere.

Erano immensi cumuli nivei, luminosi, occupanti tutto lo spazio visibile senza lasciar tra loro pur un minimo crepaccio, come una spessa e ininterrotta cortina tesa a dividere la terra dal cielo.

Esse girano tre leghe, e questo spazio è adesso ingombro di ruine, o trasformato in orti;

L'ordinario spazio che un velocifero percorreva in un giorno, era di circa cinquanta miglia in estate;

In un momento lo spazio occupato dai cinquanta tra la trincea esterna ed il cancello, fu un mucchio di cadaveri e di feriti.

«Potere!» Aspirò un largo sorso di quell'aria vivida, così gran sorso quanto spazio era ne' suoi polmoni capaci, e ripetè a stesso con la forza di una intimazione:

Il Redentore benedicente in un'aureola elittica cosparsa di stelle, quattro a sinistra, cinque a destra "punto S I T punto T punto X P E punto D A T punto QUAM spazio T V spazio R E G

E quell'uomo era giunto, quello spazio era finalmente ripieno, della persona, della luce, della gloria di lui.

Trattavasi di attaccare il nemico su d'un'eminenza dietro un riparo di fosso e parapetto Lo spazio che si doveva percorrere per assalirlo, era sgombro d'ogni minimo ostacolo;

E ancora per alcuno spazio fu co' signori della Faggiuola ne' monti vicini ad Orbino.

Ma tutto quello angusto spazio era una specie di operoso ed affollato alveare, in cui ogni giorno producevansi ricchezze nuove, ed accumulavansi in vaste masse le antiche.

Lo spazio è come la tela, sulla quale deve dipingere l'artista giardiniere;

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