188 collocazioni per favola

Dietro al convoglio, come la morale dopo la favola, veniva Ariberti, tenendo ancora la sua pistola nel pugno.

4 p. 1-8), prestano fede a questa favola di Pomponio, senza far molta attenzione al valore ed alla rarità di simil monumento del terzo secolo, della città illetterata.

La loro assemblea sulla piazza di San Marco è il primo parlamento politico italiano, giacchè in esso la satira, sotto il velo della favola, tra il lazzo e l'epigramma, vi comincia la critica della società, opponendo la caricatura di tutti i vizi all'ipocrisia di tutte le virtù ufficiali.

Vivete dunque felici e lieti, ch'io, veggendo dar principio alla favola, mi ritiro a piú riposta parte per ascoltarla.

p. 597) ragiona molto sensatamente sul merito di questa favola.

Vòlt era in su la favola d’Isopo lo mio pensier per la presente rissa, dov el parlò de la rana e del topo;

La religione vi è presentata sotto forma di favola, e produce un effetto corrispondente a questa.

La nostra gravità è tutta qui, come in estratto, e non se ne cava neppur tanto da farcene un brodo per l'ultimo giorno di malattia, quando si legge la moralità della favola.

Il primo come il leone della favola reclamava le prede e accettava gli utili fatti compiuti colla scusa del proverbio fiorentino, che cosa fatta capo ha;

Ma nell'istesso tempo fu presa rigorosa vendetta degl'inventori di questa favola:

Ma quel fatto, per le cose dette, ha ciera di favola.

Non si può attribuir l'origine di questa maravigliosa favola alla pia frode e credulità de' Greci moderni, poichè se ne può rintracciare l'autentica tradizione circa mezzo secolo in vicinanza del supposto miracolo.

Or questo serva in vece di prologo, ché l'argomento della favola lo vedrete minutamente spiegato da questi che vengon fuora.

Quelli che narrano degli Abderitani, i quali per tre giorni durarono pazzi, non vuolsi ormai tenere più in conto di favola.

Ma la nostra è storia obliterata, impotente, e piú vieta che non la favola.

fuor che di Teseo, il senso della cui favola non ha a fare con la presente materia, e però di lui qui diremo.

In fondo a quello di Laurenti cominciava come un barlume di speranza, un punto di luce, pari a quel lumicino dei racconti della nonna, fievole ancora, che non lasciava indovinare se fosse di castello lontano, o di tugurio, o di carbonaia boschereccia, ma che pure facea rinascere da morte a vita l'eroe disgraziato della favola.

ecco la vecchia mammana delle favole, piovuta dalla luna, che non osa mostrar le manine e tiene gli occhi bassi per pudore e parla ancora di comperare i bambini!

In Sicilia tutto ha l'aspetto di favola e di mito:

Come quel gigante della favola che acquistava vigore toccando la terra, Jacopone è poeta non per arte ma per natura, ogni qualvolta attinga alle vivide fonti del sentir popolare, e ripeta le voci che scorrono pei campi e mormorano nelle selve dell'Umbria".

L’allegoria della qual favola se attentamente riguarderemo, assai bene cognosceremo che cosa sieno gli appetiti del tiranno, e il tiranno, o di qualunque altro rapace uomo, ancoraché tiranno chiamato non sia, e che cosa i centauri, e come essi il tiranno saettino.

Questi mistici e forse immaginari simboli hanno dato motivo a varie favole e congetture.

Ma, ripeto, nonostante questi punti di confronto, favola e personaggi sono, nei due romanzi, diversi.

Incmaro (che aspirava alla Primazia della Gallia) è il primo autore di questa favola (in Tom.

Oh! un barbiere ci vorrebbe che lavasse il muso a certi israeliti della nostra penisola, de' quali dicesi che per avere imparate a mente quattro frasacce del Pataffio di ser Brunetto, siensi fatti tronfi come la rana della favola, e vadano gracchiando contro le opere del Verri e del Beccaria, e le chiamino «miserie», perché non vi [p.185] trovano sapor di lingua.

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