144 collocazioni per mortale

XLV dice, e passa il varco, onde si serra Quell'orto a gli occhi de' mortali ascoso, Quell'orto, che per l'onda e per la terra, E per l'aure del ciel sempre è gioioso;

piú vi sará dato d'imprigionare tra l'ombre le menti dei mortali.

per elezïon mi si nascose, ma per necessità, ché l suo concetto al segno d’i mortal si soprapuose.

e ciò convene, ché l’uso d’i mortali è come fronda in ramo, che sen va e altra vene.

La carne d’i mortali è tanto blanda, che giù non basta buon cominciamento dal nascer de la quercia al far la ghianda.

e più volte Dall'altissime balze misurava Coll'occhio i precipizi, e mestamente Rideagli il core, e si sarìa slanciato Nelle cupe voragini, se voce, O aspetto di mortali, o speranze altre Non l'avesser ritratto.

"le volontà dei mortali, per cagione de' lusinghevoli diletti dell'adolescenzia, hanno bisogno di chi a bene le indirizzi".

certo quel risoluto consacrarsi che fa la gente alla morte commuove l'animo dei mortali e li sgomenta.

saluto misterioso della vita alla Natura, ed ora profumata dagli effluvii delle piante, e dei fiori; pel cielo si diffondeva un tenue vapore il quale invece d'offuscarne la magnificenza gli dava risalto, come la bellezza avvolta nei veli percuote più potente i petti dei mortali;

Come potesti Far necessario in noi Tanto dolor, che sopravviva amando Al mortale il mortal?

e lo ricercarono tutto, ma in vano, chè non levossi A tanto raggio de mortali il guardo; E di Giove il voler non s’adempia.

Esse almeno, Mentre a tutti i mortali il nome mio In abbominio fia;

Essere oscuri, non contare per nulla nel mondo, e saperlo, e contentarsene, e fare modestamente un po' di bene intorno a , fuori d'ogni preoccupazione di lode e d'applauso, ecco la vera virtù, ecco la sola possibile felicità dei mortali....

Ma verrà, verrà, quando che sia (così Beatrice conclude[102]), chi raddrizzerà il genere umano, curando l'adolescenza, avviando per la diritta via l'appetito dei mortali, che il fiore della volontà non sia, subito nella primavera, guasto dalle pioggie, e cada senza legare.

1 Io credo, donne, a cicalar da insano, Quando veggo le cose de' mortali Talor soggette a qualche caso strano, Che al vecchio Giove si rompan gli occhiali, O che in quel punto gli cadan di mano, E che allora ci assalgan tutti i mali:

essi non erano ascoltati, e frattanto il cruento furore di persecuzione profondevasi ovunque, divenuto già era l'arbitro dominatore della terra, al di cui cenno solo illaqueato restava il cuore di ogni mortale;

Tu, soffio eloquente Del verbo divino Concesso ugualmente Al ricco e al tapino, Tu sei come l'anima Per leggi fatali Comune ai mortali.

Mentre gli uomini bagnan di sangue e si contendono le feconde valli fra le Alpi e l'Adriatico, una divinità serena ed ironica contempla le loro lotte, dalla vetta di quelle Alpi dove le nuvole la nascondono agli sguardi dei mortali:

il sonno fugge dagli occhi suoi senza palpebre, il braccio di lei si agita senza posa a percotere le colpe dei mortali:

fornita d'ogni sorta di comodità che l'arte e l'ingegno sanno escogitare per rendere più delizioso ed ameno il soggiorno dei mortali, essa desta un interesse ben più grande delle altre e supera, sotto vari aspetti, quella di Diomede, che lo storico insigne scelse a teatro delle gesta amorose del suo Euforione.

ma oltre ai diversi termini consacratile dai naturalisti e dal volgo, a quest'anatra fenomenale fu dato ancora un nome, giustificato forse più degli altri, qual'è quello di muta per significare che va priva, fortunatamente pel comune dei mortali, di quel suono nasale che esce dalla gola ed è comune a tutte le anatre europee, suono sostituito da una specie di sibilo represso, caratteristico di quest'anatra.

e perciò si narra che fosse d'occhi infermi, chè i pensieri dei mortali sono timidi e incerte le loro provvidenze.[1063] La speranza invece dell'eterna contemplazione di Dio, speranza che ha certa e dilettevole intelligenza di verità, è Rachele:

ma ahimè!la gioia dei mortali... è un fumo passeggero!Nella corte c'era il marchese di Toscolano,stivali alla scudiera, giacca di velluto e il solito scudiscio fra le mani;col cavallerizzo del conte Della Valle egli stava provando un puledro storno, che uno scozzone faceva passeggiare dinanzi alla scuderia.

ed è il sole, immagine di Dio, che si specchia in questo basso strato d'aria, largito per condizione di vita ai mortali.

Di la smania del potere, l’ardor della lotta, il delirio della vittoria, ben espressa da Euripide allorchè cantò:—La sapienza e la gloria dagli Dei concesse ai mortali, non sono altro che tenere la mano poderosa sulla testa de nemici».

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