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ma quella appellazione di Affricani e Siciliani, data qui dal medesimo scrittore che nell'ottocento ottantasette avea parlato di Giund e Berberi, mostra che si combattesse tra le novelle forze venute d'Affrica e gli antichi coloni, non più tra le due schiatte di costoro.

fermato coi Saraceni di Palermo che si ribellarono dal principe d'Affrica, dice Giovanni Diacono napoletano, alludendo, com'e' par certo, al medesimo accordo.

Ostinandosi a riferire tutte le omelie a un medesimo autore, gli eruditi che le studiavano, disputarono vanamente su l'età in cui fosse vivuto.

Qual fosse stata nel medesimo tempo la società musulmana nell'isola, mi ingegnerò a ritrarlo nel Capitolo primo del seguente libro.

Il Casiri, Catalogo, tomo II, p. 6, MCDXXXIV e MDCXXXV, nota un Kitâb et-Ta'rif, altra opera del medesimo autore.

del medesimo Di Giovanni; Pirro, Sicilia Sacra, nelle notizie dei varii vescovadi dal 590 al 604;

La voce zeug con questo medesimo significato occorre nelle memorie siciliane del X e del XII secolo, come a suo luogo si dirà.

Sendo morto Ibrahim di gennaio 851, le prime fazioni di Abbâs debbonsi riferire alla primavera del medesimo anno;

Ibn-el-Athîr, nel medesimo luogo, nota che secondo alcuni cronisti si arrendè, quest'anno 248, Ragusa occupata poi certamente il 252;

Questo medesimo anno (232, 846-7) i Musulmani si fermarono nella città di... in terra di Lombardia e la presero ad abitare.

e qui par che lo confonda, ritraendosi che Carlo fu coronato imperatore a Roma il 25 dicembre 875, e sapendosi dalle epistole di Giovanni VIII, citate nel séguito del presente capitolo, che i Musulmani infestavano la Campagna di Roma nella state dell'876, e che il papa andò a Capua e Napoli in novembre del medesimo anno.

ma ora che il numero è minorato assai, pochi pellegrini si trovano abbastanza ricchi per supplire alle spese, cresciute a dismisura, perchè il numero degl'impiegati al tempio è ancora il medesimo, ed appena bastano in elemosine e gratificazioni mille cinquecento in duemila franchi.

Queste cause aggiunte all'estrema diversità che esiste tra le lingue dell'Occidente e dell'Oriente, all'effeminatezza che addottarono nell'istante medesimo in cui si videro possessori di sufficienti capitali per soddisfare alla propria sensualità, e per ultimo alla mancanza d'educazione dei loro principi, che passano sempre dalla solitudine di un Harem al trono ottomano, paralizzarono i loro progressi verso l'incivilimento.

Il medesimo ricordato alla pag. 196.

Scrisse ancora in detto nome, a' 22 febbraio del medesimo anno, a Cristoforo Grimaldo Commessario di Terra di Lavoro, che compliva al servizio di Sua Maestà per beneficio e conservazione di questo Regno di sapere tutto l'oro ed argento, ch'era nel Regno delle Chiese di qualsisia Dignità, Badie e Monasterj:

Furono per ciò per sostenere le ragioni del Re, fatte dalla Regia Camera due consulte, una sotto il primo di giugno del 1573, l'altra sotto li 26 agosto del medesimo anno, che si leggono nel tomo 18, de' M. S. Giurisd.

In cotal guisa si stette sino all'anno 1530, quando Sforza, che con l'assenso dell'Imperador Carlo era già divenuto Duca di Milano, cedè al medesimo Carlo tutte le ragioni riservate, e pretensioni, ch'egli avesse potuto mai avere sopra gli Stati suddetti;

e fra le orazioni del Cieco d'Adria se ne legge ancora una, recitata dal medesimo In Venezia in occasione di questo passaggio.

ad insinuazione del medesimo dichiarò in quello, che il Ducato di Bari ed il Principato di Rossano, erano ricaduti per la sua morte al Re Filippo II, ne' quali ella per ciò lo istituiva erede.

Filippo intanto se gli avea già fatti aggiudicare come a se devoluti, e per gratificare il Pappacoda di questo buon servigio, avea dato al medesimo titolo di Marchese sopra Capurso;

Il Re Filippo informato di tutto ciò da Margherita, ordinò alla medesima, che nelle province di Fiandra si pubblicasse e ricevesse il Concilio, ma l'avvertì nel medesimo tempo, che la pubblicazione si permettesse con quelle clausole e modificazioni, che il Consiglio Regio avea notate, e così dalla Governatrice fu eseguito;

Scrisse ancora nel medesimo tempo a tutti i Governadori delle province, ordinando loro, che inviassero persone a posta a presentare detta ortatoria a tutti, detti Prelati, ed in loro assenza a loro Vicari;

il Duca nella consulta, che ne fece al Re a' 23 gennaio del medesimo anno, lo ragguagliava, ch'egli non avea in questo caso potuto far quelle dimostrazioni, che praticò il Duca d'Alcalà, ed il Cardinale di Granvela, perchè la Bolla non s'era affissa, e non vi erano intervenuti laici, onde stimava di chiamar il Vescovo di Napoli, e di sequestrargli l'entrate del Vescovato;

ancorchè per le circostanze de' tempi, non con quel medesimo vigore e fortezza del Duca d'Alcalà.

onde a' 12 Ottobre del medesimo anno mandò una piena Consulta al Re, avvisandolo minutamente di tutto ciò, con inviargli ancora le copie delle lettere del Cardinale e dell'Ernando, non lasciando d'insinuargli gli inconvenienti e pregiudizi, che sarebbero seguiti, concedendosi tal licenza con modi così scandalosi.

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