Quale preposizione utilizzare con corti
Quei due fanciulli, in quegli anni che stette fuori, li aveva conosciuti adulti, alla Corte di Massimiliano d'Austria dove, esuli, avevano riparato;
perché, perché restai, perché tanta viltà nel core allette, perché ardire e franchezza non hai, poscia che tai tre donne benedette curan di te ne la corte del cielo, e ’l mio parlar tanto ben ti promette?».
Non fia sanza mercé la tua parola, s’io ritorno a compiér lo cammin corto di quella vita ch’al termine vola».
Io, del resto, fo la mia corte ad un ministro vincitore, e gli rendo giustizia.
In cambio di perdere un occhio, pensò di lasciarci un tantino della sua dignità; fece la corte al Candioli.
E se Dio m’ha in sua grazia rinchiuso, tanto che vuol ch’i’ veggia la sua corte per modo tutto fuor del moderno uso, non mi celar chi fosti anzi la morte, ma dilmi, e dimmi s’i’ vo bene al varco;
Monsignor Governatore faceva, col debito ossequio, considerare al Papa non potersi, com'egli desiderava, condannare a morte il giovane fiorentino, reo di resistenza alla corte in Trastevere, perchè non avesse la età stabilita dalle leggi.
Poi, come gente stata sotto larve, che pare altro che prima, se si sveste la sembianza non süa in che disparve, così mi si cambiaro in maggior feste li fiori e le faville, sì ch’io vidi ambo le corti del ciel manifeste.
Sedè giudice dei Tornei, presiedè le sfide di poesia, e le Corti di Amore.
de li altri fia laudabile tacerci, ché ’l tempo saria corto a tanto suono.
Semplice di modi, non umile, indossava l'abito nero, e stava a Corte con quella serena dignità con cui aveva indossato, in altri tempi, il suo famoso soprabito color di tabacco e abitata la sua modesta soffitta.
or currete ensemora, abracciati lo mio diletto figlio redentore, e le Virtute sí me esercitati en tutto compimento de valore, sí che con loro beatificati siate nella corte de l'Amore.
Giunto a breve distanza mandò innanzi per ogni buon riguardo il servo, a speculare se si vedesse gente di corte da cotesta banda.
Vero è che quale in contumacia more di Santa Chiesa, ancor ch’al fin si penta, star li convien da questa ripa in fore, per ognun tempo ch’elli è stato, trenta, in sua presunzïon, se tal decreto più corto per buon prieghi non diventa.
La figlia del duca di Mondrone avea sposato da circa undici anni il principe, che le facea la corte nel periodo di tempo in cui ella accusava Roberto e compariva dinanzi a' giudici per deporre contro di lui.
Il giovane respirò a grandi fiati la freschezza dell'atmosfera e mentre si spazzolava i capelli corti alla repubblicana, sentì il bisogno di far eco zufolando ai gorgheggi delle capinere e dei merli che popolavano i boschetti.
Eccetto un canonico il quale, per quanto mi narrarono a Montepulciano, corto in divinità ed in lettere anco più, chiamato da un tavolino di tre sette ad amministrare in fretta e in furia il battesimo ad un neonato, se ne schermiva allegando non sapere che cosa dire;
Ma il poeta non si accorgerá mai della loro [p.17] esistenza, se per rinvenirli visita le ultime casipole della plebe affamata, e di lá salta a dirittura nelle botteghe da caffé, ne' gabinetti delle Aspasie, nelle corti de' principi, e nulla piú.
ed è a la fine da la madre accettato in una corte come pover'uomo:
Invitato a Corte dal Conte di Provenza, ricusava;
A vent'anni l'amore va tutto in fiore, e quando la sorte ti mette accanto a una bella donnina, il meno che si possa fare è di farle la corte col flauto.
Il professore, comprendendo benissimo come il fattore, preso l'abbrivo, sarebbe andato chi sa fin dove con la litania degli omèi, stimò bene di tagliar corto con un saluto scherzoso, scotendo le redini sulla groppa del cavallino.
poichè in quei giorni si attendeva la decisione della Suprema Corte sui ricorsi contro la competenza dei Tribunali militari, e si trovava sconveniente da un lato indicare alla medesima la via da battere;
accolto a braccia aperte sul subito come conoscenza antica, e consolatore delle presenti miserie, crebbe di corto nella svisceratezza dell'oste, avendogli rifiorito le languide speranze con promessa di migliorare in un modo o nell'altro le sue condizioni.
Bergasse, quello stesso matto, che un tempo aveva influito alla corte contro i consigli di Mirabeau, nel settembre del 1820 presentò allo czar un memoriale: