Quale preposizione utilizzare con romane
perchè era supremo interesse, era questione di esistenza per la Chiesa romana di perpetuare l'ignoranza, ovvero (che è peggio), non potendo riuscirvi, di evirare lo ingegno con sottigliezze e con metafisicherie, le quali, assurde nella loro base, non possono condurre a nessun risultato pratico, a nessuna utile applicazione.
ma io mi figuro a quello che fece tanti regali al popolo romano in vita e in morte.
Le consacrate tradizioni delle muse romane della decadenza, qui rivivevano ancora e, se l'impeto primo venne d'altrove, si poetò italicamente.
prese cognizione delle leggi romane per trasgredirle;
Un bandito dello stato romano nella decorsa notte ha ucciso proditoriamente certo suo compagno presso il tabernacolo della Madonna del Buonconsiglio:
Penetrò Attila in questa, assediò Aquileia, giunse al Po e fu ivi fermato, dicesi per miracolo, certo incomprensibilmente da un'ambasceria romana a cui capo era san Leone, il quale si può contare cosí per il primo de' grandi papi politici .
Ma come avviene spesso, invece di togliere a don Pio la grande stima che gli tributava da lungo tempo, da quando si era mostrato verso di lui affabile e cortese e lo aveva trattato molto diversamente da quel che non sogliano i signori del patriziato romano con i cittadini, nei quali credono di veder sempre dei clienti, Fabio se la prendeva con Caruso e sentiva accrescere immensamente la repulsione che quell'uomo già inspiravagli.
In tutto, la condizione della repubblica romana al principio dell'ultimo secolo era molto simile a quella dell'Inghilterra presente:
Carolina, che era una grassa romana dalla bocca sempre atteggiata al sorriso, e canzonava volentieri la sua padrona, compiangeva i viaggiatori, che erano accanto a quella tenera coppia nella carrozza Pulmann.
egli fu promosso alla porpora romana da Paolo V, col titolo di San Pietro in Montorio, nel 1605.
Il numero di questi reggimenti era marchiato a caratteri romani sui grossi bottoni di metallo dorato di cui erano adorni gli abiti dei fanti italiani.
Consumò i pochi quattrini che gli rimanevano, ma divenne allievo dell'Accademia Romana di belle Arti.
intendeva passare in Asia, vendicarvi Crasso e la dignitá romana contro a' parti;
A me duole che quel romano col suo Mastica abbino tanto ben saputo tessere questa trama che gli sia riuscita meglio che desiavano, e voi siate scorto per buffalo;
non si sa per tutto Napoli che un romano sotto nome d'esser vostro figlio s'ha goduta vostra figlia?
«Buon uomo, mi disse che fai tu costì?» (Nella campagna romana come nell'Abruzzo tutti generalmente si danno del tu).
imperciocchè la promessa di fare apparire la bandiera di Francia colà dove vi sia causa di civiltà a sostenere non risponde all'altra del Mazzini di ricomporre prima e adoperare poi il fascio consolare della libertà Romana per la libertà degli altri popoli?
Squitinio della libertà veneta, nel quale si adducono anche le raggioni dell'Impero Romano sopra la Città e Signoria di Venezia.
* * * «C'è qualcunodice Giulio Belochche vorrebbe offrire una cattedra di Storia Romana a Guglielmo Ferrero.
Garibaldi lesse fra le altre la stolta notizia avere esso rapito e portato seco il tesoro della Repubblica Romana in dieci milioni, e dopo avere estratto dalla tasca lo stesso borsellino col quale voleva pagare il mugnaio Pispola, lo mostrava al Guelfi, e gli diceva ridendo:
Non poeta traversò la campagna romana senza cantare il tumulto degli affetti, e dei pensieri che destò nel suo animo la vista di tanti luoghi solenni per grandezza di antiche memorie, per decoro di fabbriche, e per desolazione moderna:
Mi piace qui ricordare anche i miei giovani trecento dell'Università Romana del 49 che tanto si distinsero nel glorioso 30 aprile di quell'anno.
essi ti rammenteranno come il Senato romano dopo la disfatta di Canne per nulla sbigottito inviasse soccorsi nella Spagna;
Arnaldo da Brescia, i Catari e i Paterini, e Girolamo Savonarola, che volevano ridurre la Chiesa Romana alle massime dell'Evangelio, e porre in accordo la fede colla ragione;
Ecco l'ordine del giorno col quale il generale Avezzana, già Ministro della Repubblica Romana nel 1849, dava commiato agli equipaggi della flottiglia.