Quale preposizione utilizzare con state
Come talvolta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come là tra li Tedeschi lurchi lo bivero s’assetta a far sua guerra, così la fiera pessima si stava su l’orlo ch’è di pietra e ’l sabbion serra.
E io anima trista non son sola, ché tutte queste a simil pena stanno per simil colpa».
«Tra tutto l’altro ch’i’ t’ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato, cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com’ è ’l presente rio, che sovra sé tutte fiammelle ammorta».
Solo, in terra straniera, in pessimo stato di salute, quelle parole, lo confesso, mi furono di una grande consolazione, e quel rancore che io aveva per lei, posso dire che se ne andò tutt'intero.
Dentro dal ciel de la divina pace si gira un corpo ne la cui virtute l’esser di tutto suo contento giace.
Già mi sentia tutti arricciar li peli de la paura e stava in dietro intento, quand’ io dissi:
Come talvolta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come là tra li Tedeschi lurchi lo bivero s’assetta a far sua guerra, così la fiera pessima si stava su l’orlo ch’è di pietra e ’l sabbion serra.
e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti.
Io mi tacea, ma ’l mio disir dipinto m’era nel viso, e ’l dimandar con ello, più caldo assai che per parlar distinto.
L’ombra che s’era al giudice raccolta quando chiamò, per tutto quello assalto punto non fu da me guardare sciolta.
Nel tempo che ne stette assente, il conte Galeazzo Mandello non potè mai escludere il timore che il Lautrec, in quell'intervallo, fosse mai per mandare a vuoto, con qualche atto estremo, tutti i suoi progetti, per cui appena entrò in palazzo, la prima cosa fu di assicurarsi ancora intorno allo stato delle cose;
“O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura, e durerà quanto ’l mondo lontana, l’amico mio, e non de la ventura, ne la diserta piaggia è impedito sì nel cammin, che vòlt’ è per paura;
Di che ciascun di colpa fu compunto, ma quei più che cagion fu del difetto;
Oh sovra tutte mal creata plebe che stai nel loco onde parlare è duro, mei foste state qui pecore o zebe!
Tutti coloro che si stavano stipati, addossati l'un l'altro, epperò molto incommodi e addolorati del pigiamento assiduo, sull'ultimo e più vasto gradino della gran scala sociale, alzarono un tratto uno sguardo invidiosissimo verso coloro che stavano ai primi posti.
Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione;
Quelle parole furono come spruzzaglia d'aceto gettata su d'una piaga cancerosa.
Altri a spandersi per le botteghe dei vend'arrosti, sagrando e minacciando perchè subito s'allestisse tutto quanto era sui fornelli.
e così puote star con quel che credi del primo padre e del nostro Diletto.
Qual signore, benchè scaduto, d'un ampio stato in Italia, egli pensava che in tutta Milano non v'era alcuno che potesse stargli a paro, nè di nulla era più curante che di far spiccare e rispettare codesto primato.
«Come! volenci star di qua?»;
Egli mi disse che si sentiva abbastanza bene, che solo non gli sarebbe possibile star sulle sue gambe, ma che a cavallo, o in lettiga, gli basterebbe l'animo di tentare ogni gran cosa, e si raccomandava a me e a te, ed essendo pieno di speranze, ha cessato qualche poco la furia delle sue smanie e delle sue querele.
onde la mia risposta è con più cura che m’intenda colui che di là piagne, perché sia colpa e duol d’una misura.
Però, se l’avversario d’ogne male cortese i fu, pensando l’alto effetto ch’uscir dovea di lui, e ’l chi e ’l quale non pare indegno ad omo d’intelletto; ch’e’ fu de l’alma Roma e di suo impero ne l’empireo ciel per padre eletto:
Indi, tra l’altre luci mota e mista, mostrommi l’alma che m’avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.
