20 Metafore per visconti

Il visconte balzò in piedi, e appoggiandosi dietro un albero, prese di mira, per quanto gliel consentissero le tenebre, il quadrupede che si avvanzava alla sua volta.

si dee tacere che due anni prima, trovandosi il regno di Sicilia diviso fra due fazioni, ed essendo la principessa Maria, erede di quel regno, come in prigione[1901], aspirò Gian-Galeazzo alle nozze della medesima, e ne seguirono anche gli sponsali, con patto che il Visconte spedisse colà un corpo di combattenti per mettere in libertà quella principessa, e ricuperar le terre occupate dai baroni;

Mio fratello ha servito lungo tempo, il sapete, nel reggimento guardie del quale il visconte di Dundee fu colonnello.

«Il visconte è un gentiluomo;

Visconte Pelavicino suo nipote, lasciato da lui suo vicario in Piacenza, da a non molto ito con ischiere armate a Tortona, indusse quel popolo a mettersi nella stessa maniera sotto la signoria del marchese Oberto suo zio.

A. Bollini Il Visconte di Sovecourt U. Leigheb Alfonso, suo figlio A. Guasti Antonio, intendente P. Betti Gianni, servo A. Frigerie PREZZI PER QUESTA SERA:

Notissimo che la Visconti era l'amante del generale Berthier;

Tommaso avea per moglie Riccarda Visconti di Milano, ed era quindi uno de' Principi ghibellini, ai quali i Visconti erano capo, tutte le speranze della parte ghibellina appoggiandosi a quel tempo sovra Azzo fratello di Riccarda di Saluzzo, e poscia sovra Luchino Visconti, loro zio.

e quando il Visconti le comparve innanzi, gli disse:

I Visconti in tempo delle lunghe guerre che avevano sostenute contro la Chiesa, eransi vendicati delle censure dei papi sul clero de' loro stati:

I Visconti erano ghibellini;

il nostro Alberigo ebbe espresso ordine d'intervenire ad una delle feste che all'ospite suo offeriva il Visconti, il quale, maravigliato dell'ingegno di Alberigo, volle ad ogni conto che il giovane venisse ad alloggiare nel palazzo ducale;

A Milano, Stefanardo da Vimercate, domenicano, teologo e dotto scrittore di libri legali e canonici, in un poema dettato con eleganza scrisse intorno alle cose avvenute colà tra il 1262 e il 1295 mentre era arcivescovo Ottone Visconti.

I Visconti erano sempre i maggiori principi d'Italia.

La perdita di Bologna e del Modanese fatta da' Visconti non fu una riparazione bastante al pontefice;

i quali Visconti erano stati di nuovo scomunicati nella pubblicazion della bolla In Coena Domini.

Visconti era in allora il solo signore che si occupasse del ben essere de' suoi popoli, e che sapesse farsi amare.

Indarno i Visconti di Compagnatico lo sottrassero al cardinale Odone, in potere del quale era caduto presso Bricole in Val d'Orcia.[450] Pochi uomini di Federigo Barbarossa bastarono a ritoglierlo ai suoi salvatori;

Il Visconti, ch'era suocero dello Sforza e che talvolta trovava nel suo cuore l'affetto paterno per la figlia e pei nipoti, era per lo contrario divorato da estrema gelosia, e vedeva nel nuovo signore, ch'era riuscito ad unire il sangue dei Visconti al sangue del contadino di Cotignola, un successore che oscurerebbe la sua gloria, e forse un formidabile rivale apparecchiato a spogliarlo.

I visconti del vicino castello di Campiglio lo tolsero di mano al maestro ospitaliero, e lo venerarono:

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