32 collocazioni per lino

Adesso che lo so, è ben altra faccenda, e me ne lavo le mani.

Ali hanno late, e colli e visi umani, piè con artigli, e pennuto l gran ventre;

p. 109.), lavano tutte le sue macchie;

at et novum experimentorum genus prodiit, per quod late campus patet;

Porticus in gyrum, sex centum fulta pilastris bronzineis, late circumserat omne palazzum.

, quibus Electricitas vindex late constituitur, atque explicatur.

Un candido lino le custodiva il capo e gli òmeri dalla vampa del sole;

Egrediatur, si placet, una de hac re per universam regni vestri late diffusam monarchiam decretalis sententiae ultio, ec.

papiro, vetri, lino l'Egitto;

Avviluppai in un lino il fanciullo, corsi verso il Conte della Cerra, e mal sapendo che mi facessi, glielo posi in mano;

Era ritornato tardi dal mercato, He had returned late from the dove aveva afferrato alle sue market, where he had overheard (not spalle (e non per la prima volta) for the first time) whispers behind un bisbiglio.

Poscia nel 20 di settembre lo stesso Alberto Scotto, levato rumore, spinse fuori della città Ubertino Lando co' suoi seguaci ghibellini, e per la terza volta si fece proclamar signor di Piacenza.

Melissa indeed doth promise me To comfort my tormented Mind, But now too late I see, Oh Gods, That all her Pow'r can ne'er redress my Grief.

Nec solum terret sua maxima phama Milanum, nec solum Romam, Zenovam, gentemque Samarchi, sed late imperium, populos ac regna Bacani.

Il capo dei goti gli ha lato licenza di riscattarli e di condurli con nella vicina abbazia, dove essi rimarranno e che egli ha promesso di rispettare.

Se Angelica non mi ascolta vuol dire che è una donna senza testa, senza cuore, senza viscere materne e allora... me ne lavo le mani!E le ottantamila lire,aggiunse mentalmente,ho una buona scusa per non darle più!

chè non tingo, Chè non lavo la man ne le sue vene?

etc. 19 tumida ex ira tum corda residunt nell'ira accolta 24 407 sub rupe sinistra moenia lata le sue meschite etc. 70 videt 548 sq.

Intanto che io lavo con lacrime l'opera vostra misera e paurosa, qui rimarrò».

Tunc etiam terra a tempestatibus vel turbinibus plerumque late movebitur;

Tu lasci ove nascesti, O vago serpe infido, Di molle musco odori, E delle gemme vesti Gli splendidi colori;

Intanto che io lavo con lacrime l'opera vostra misera e paurosa, qui rimarrò».

La prua a Maestro quarta di Bora, la spinta da Grecotramontana, il carro al vento, l'orza (per dispetto in questo caso dei pedanti) alla destra, lasca l'osta di sottovento, tesata l'opposta, cazzata la scotta, la barra a richiamo;

Mira, che su la riva atra e funesta, S'altri non cade morto, almen paventa; Ma per andar dove Ottoman tempesta, Tue membra lasse il piede egro sostenta Debilemente;

O doppio fratricida, se tu lasse la doppia prole, il tuo paterno esempio degno è ch'ancor da lor si seguitasse; ché l'uno uccise l'altro crudo ed empio, 155 e della Scala fu l'ultima feccia, che sen fuggí del veronese tempio dietro a colei che solo in fronte ha treccia.

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