ma, per non contraddire i vostri desiderj, li mando subito a casa. "

siccome il Padre mandò me, così io mando voi;

gli mando una carta da visita.

«Vi mando un ramoscello di geranio:

Come vedi, Anselmo, la mia è già impazzita, e se nella tua bontà di amico ne dubitassi, ti mando questa lettera come prova.

Ti mando questo pensiero.

vi mando un mazzo di fiori, che ho fatto comporre da Namouna e che vi prego di accettare.

(Se non vado via, o crepo, o mando tutto a monte).

Io ti mando d'oro in oro che tanti n'ò dati qua a messer Francesco Bandini che te gli pagar costà, e la poliza sarà in questa.

Io ti mando costà per messer Francesco Bandini scudi cinquanta d'oro in oro, perchè tu mi mandi otto braccia di rascia nera la più legiera e bella che tu truovi, e dua braccia d'ermisino.

e del resto de' cinquanta scudi che io ti mando, fanne limosine dove ti pare che sie più bisognio.

E perchè in questo mezo che io tarderò qua, vi mando pel sopradetto Zucca, compagnio d'Andrea, ducati dieci largi, acciò che se fussi tempo da caricare, voi il possiate fare:

E in questo mezzo, perchè voi possiate seguitare el caricare quando fia tempo, io vi mando dieci ducati:

Perchè sia meglio inteso la difficultà della vôlta ch'io mandai disegnata, ve ne mando la pianta, che non la mandai allora, cioè detta vôlta, per osservare il nascimento suo insino di terra.

gli dirai ch'io ti mando, e che mi precedi di pochi istanti;

«Ti mando il giovanotto (diceva la lettera);

Ebbene, io un... uno che si è fatto da sè, mando i feudatari fuori del castello!

Io non li mando via, ma non li posso nemmeno trattenere a forza.

Io ti mando laggiù tutto il denaro che ti occorre, tutti i mobili che ti piacciono... Se vuoi portare con te anche Maurice, te lo regalo...

«Novità non ho altre, se non che ti mando copia di lettere scritte da Montalto l'11 giugno 1560, stampate a Roma e a Venezia, intorno al macello commesso in Calabria in due villaggi a otto miglia da Cosenza, San Sisto e Guardia, che furono distrutti, e uccisine ottocento abitanti, o circa mille, come scrive da Roma il 21 giugno uno che era servo di Ascanio Caracciolo.

» «Possa l'anima di Lupo non andare in luogo di salute, s'io non mando a costoro la diceria bella e fatta.»

mentre si allestisce la festa, io vi mando la treggea.

Se mi ci attacco io addio Gesù, quello rimane a terra, quando l'ho gonfiato lo mando via.

Il primo giorno riposerai, il secondo ascolterai la mia musica, il terzo mi rifarai alquanti versi che non vanno e se li mando in via Brera, te saludi!

Prendo l'Ariosto, vado a casa e Le mando la cambiale.